Simboli della Scienza Sacra by René Guénon

Simboli della Scienza Sacra by René Guénon

autore:René Guénon [Guénon, René]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


37 - IL SIMBOLISMO SOLSTIZIALE DI GIANO

Abbiamo appena visto che il simbolismo delle due porte solstiziali, in Occidente, esisteva presso i Greci e più in particolare fra i pitagorici; esso si ritrova pure presso i Latini, ove era essenzialmente legato al simbolismo di Giano. Siccome abbiamo già fatto allusione a quest'ultimo e ai suoi diversi aspetti in parecchie occasioni, considereremo qui soltanto i punti che si ricollegano più direttamente a quanto abbiamo detto nei nostri ultimi studi, benché sia difficile isolarli completamente dall'insieme assai complesso di cui fanno parte.

Giano, sotto l'aspetto ora in questione, è propriamente lo “janitor” che apre e chiude le porte (januae) del ciclo annuale, con le chiavi che sono uno dei suoi principali attributi; e ricorderemo, a tale proposito, che la chiave è un simbolo «assiale». Ciò si riferisce naturalmente al lato «temporale» del simbolismo di Giano: i suoi due volti, secondo l'interpretazione corrente, rappresentano rispettivamente il passato e il futuro; ora, questa considerazione del passato e del futuro si ritrova evidentemente, per qualsiasi ciclo, come per esempio il ciclo annuale, quando lo si esamini dall'una o dall'altra delle sue estremità. Da questo punto di vista, d'altronde, è importante aggiungere, per completare la nozione del «triplice tempo», che, fra il passato che non è più e il futuro che non è ancora, il vero volto di Giano, quello che guarda il presente, non è, si dice, né l'uno né l'altro di quelli visibili. Questo terzo volto, infatti, è invisibile, perché il presente, nella manifestazione temporale, non è che un istante inafferrabile [È pure per questa ragione che certe lingue come l'ebraico e l'arabo non hanno una vera forma verbale che corrisponda propriamente al presente]; ma, quando ci si eleva al di sopra delle condizioni della manifestazione transitoria e contingente, il presente contiene invece ogni realtà. Il terzo volto di Giano corrisponde, in un altro simbolismo, quello della tradizione indù, all'occhio frontale di Shiva, invisibile anch'esso perché non è rappresentato da nessun organo corporeo, e raffigurante il «senso dell'eternità»; uno sguardo di questo terzo occhio riduce tutto in cenere, cioè distrugge ogni manifestazione; ma, quando la successione è mutata in simultaneità, il temporale nell'atemporale, ogni cosa si ritrova e rimane nell’»eterno presente», di modo che l'apparente distruzione è in verità una «trasformazione».

Torniamo a quel che concerne più in particolare il ciclo annuale: le due porte, che Giano ha la funzione di aprire e di chiudere, non sono altro che le porte solstiziali di cui abbiamo parlato. Non è possibile alcun dubbio a tale riguardo; infatti, Giano ha dato il suo nome al mese di gennaio (januarius), che è il primo mese dell'anno, quello con cui esso si apre, quando comincia normalmente al solstizio d'inverno; inoltre, cosa ancor più chiara, la festa di Giano era celebrata a Roma dai “Collegia Fabrorum” ai due solstizi; dovremo fra poco insistere ulteriormente su questo punto. Siccome le porte solstiziali danno accesso, come abbiamo detto in precedenza, alle due metà, ascendente e discendente, del ciclo zodiacale che vi hanno i loro rispettivi



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